Blog di Raimondo Schiavone ed amici.

Salute-Sviluppo/Lavoro, un baratto assurdo

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A seguito della presa di posizione di numerose imprese operanti nel Porto di Arbatax è partito un mini dibattito sul tema del rinnovo della concessione alla Saipem e del suo ampliamento.

Ovviamente la discussione si è subito spostata sui posti di lavoro che l'Intermare garantisce all'Ogliastra, nessuna analisi sulle prospettive del territorio. Nessun accenno agli attuali numeri del comparto della Nautica, di gran lunga superiore a quelli della carpenteria metallica, né alle sue prospettive di crescita. Nulla da dire sullo sviluppo turistico limitato da un Porto stuprato da ferraglia vecchia, portata da luoghi dove non è desiderata,  e diviso a metà da una banchina privatizzata a vantaggio di una sola azienda. Nulla da dire sulle polveri di metallo che si poggiano sulle barche danneggiandole o che vengono portate dal vento sulle abitazioni del vicino borgo. O dei vapori delle verniciature che spesso sorvolano il centro abitato. Questi argomenti non interessano o quantomeno vengono considerati come il giusto prezzo in cambio di qualche posto di lavoro, di un po di tessere sindacali e di qualche iscrizione ad associazioni di categoria. Salute-lavoro un baratto assurdo, come è assurdo bloccare lo sviluppo perché qualcuno si compra il futuro dei nostri giovani per qualche posto di lavoro. Non siamo Taranto è  vero ma siamo il posto più bello del mediterraneo e quei mausolei sul Porto andrebbero almeno spostati. Ma prevale l'arroganza e la prepotenza da un lato e la subalternità accompagnata dalla sottomissione dall'altro. Non è il momento migliore per affrontate questo tema, le elezioni alle porte incoraggiano l'ipocrisia. Chi sa se ci sarà un capitano coraggioso che avrà voglia di parlare di domani e non di ieri.

I nostri post

L'editoriale

Ci sono momenti nei quali è bene non pensare solo a se stessi ed è giusto cominciare a ragionare sull’interesse comune. Momenti nei quali ti accorgi che, se puoi, devi tentare di risvegliare la coscienza collettiva verso un obiettivo di interesse generale.

Ecco perché ho deciso di parlare di Sanità in Ogliastra. In maniera non convenzionale. Perché, se lo avessi fatto con i canoni ordinari della comunicazione, l’attenzione sarebbe stata pari a zero. Oggi fa effetto l’eclatanza, devi colpire forte, in caso contrario prevale l’ininfluenza. Anni di professione me lo hanno insegnato. Ecco il perché di manifesti con frasi ad effetto, che non potevano passare inosservate e che, di fatto, hanno sollevato un polverone.

Da un lato solo polemiche. Nessuna sorpresa. Ero certo che la ASL non sarebbe riuscita ad andare oltre la classica minaccia di denuncia. Del resto, tale è il livello del management. Da un altro lato mi aspettavo la mistificazione, il tentativo subdolo di ribaltare le mie parole come fossero un j’accuse diretto al personale medico e sanitario, al quale riservo tutta la mia empatia e solidarietà, essendo essi stessi vittime del sistema. Ma mi aspettavo anche una piccola reazione, e questa sta cominciando ad emergere: da qualche giorno la discussione sulla sanità prende piede e cominciano ad affiorare voci, discussioni.

Qualche sindaco sonnolento inizia lentamente a risvegliarsi, magari destato dall’imminente campagna elettorale, ma va ugualmente bene. Anche partiti ormai in via d’estinzione fanno timidamente capolino.

Benissimo, ben venga tutto ciò. Ma non basta. Non ci si può fermare ad un sterile riconoscimento dello stato di fatto, della inefficienza del sistema sanitario territoriale, senza cercare e proporre a possibili soluzioni. Per individuare e cominciare a percorrere una strada nuova, è inevitabile abbandonare la vecchia. E in questo caso è necessario smantellare il vecchio sistema.

Questo ospedale – ribadisco – così come è strutturato, non serve ai cittadini ogliastrini.  Sono reparti inutili, non serve un presidio classico, ci vuole una soluzione moderna evoluta che soddisfi l’esigenza primaria: il soccorso di primo intervento ed il collegamento con le strutture regionali specializzate.

Non so se sia già arrivato il momento della proposta, perché prima di essa deve emergere la consapevolezza che il sistema attuale non funziona. Ecco perché continuerò a porre domande agli attuali “gestori” della sanità ogliastrina, attraverso questo blog ed attraverso altri mezzi convenzionali e non. Nella speranza che i cittadini ogliastrini, in un sussulto d’orgoglio, caccino dal tempio gli abusivi e si riapproprino del proprio destino.

Consapevole che, affinché ciò accada, prima di tutto vada dispersa quella cappa di narcotico torpore che avvolge l’Ogliastra.

Ecco perché è imprescindibile demolire. Solo allora i nostri cittadini avranno la facoltà di ricostruire.

R.S.