Blog di Raimondo Schiavone ed amici.

Dove e’ finita la conferenza dei sindaci? Ex primari, le mancate risposte della Asl e le pandine operaie.

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Dopo le settimane calde dedicate ad individuare i nomi da proporre al Presidente Solinas per la nomina del Direttore Generale della Asl, da cui è scaturita la nomina di Marras, che peraltro non era fra i nomi proposti, la Conferenza dei Sindaci ogliastrina e' sparita dall'osservatorio pubblico. Non si apprende di incontri dediti a tracciare una linea programmatica territoriale sul tema sanità da indicare al nuovo\vecchio DG.

Si e' passati dalle manifestazioni in piazza, le solite carnevalesche esibizioni del nulla, dalla convocazione dei Consigli Comunali a Cagliari, al silenzio piu' totale.
Ma come mai?
La risposta è scontata, ci sono le elezioni ed i protagonisti di quella fase, allora erano impegnati nella ricerca demagogica di notorietà, ora sono alla ricerca di voti. Le varie liste infarcite di persone legate alla sanità ogliastrina sono all'opera per tentare di perpertrare quella influenza sulla politica sanitaria che tanto male fa al territorio.
Torneranno a fare manifestazioni e Consigli, non abbiate dubbi, perché al nulla non c'e' limite. Nel frattempo non si conoscono azioni “rilevanti” compiute dalla nuova guida spirituale dell'Arca Ospedale di Lanusei. Lavora sotto traccia il nuovo Direttore Generale oppure si e' accomodato ed aspetta che qualcosa accada da sola? Non e' dato sapersi e non ci pare che la Conferenza dei sindaci abbia tentato di trasmettere linee di indirizzo, degne di questo nome, al nuovo Dg. Non che non ci siano incontri, si racconta di numerose interlocuzioni riservate, di medici arrivati grazie all'ausiilo di ex primari che pare continuino ad imperversare sulle scelte  di politica sanitaria in ogliastra. Gli stessi che forse, insieme a qualche sindaco hanno contribuito alla designazione del nuovo Dg.
Noi intento abbiamo posto delle domande alla vecchia Direzione facente Funzioni ed al nuovo Direttore Generale e risposte non ne abbiamo ottenute. Non sono complicate le domande, è complesso rispondere, perché farlo vuol dire esprimere concetti e dare proposte di soluzione a problemi annosi. E questo non si vuole fare.
Fra qualche giorno finisce la campagna elettorale, scopriremo i risultati e sapremo con certezza che nulla sara' cambiato. Le pandine continueranno a circolare come api operaie al servizio della Regina e di qualche giardino privato.

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L'editoriale

Ci sono momenti nei quali è bene non pensare solo a se stessi ed è giusto cominciare a ragionare sull’interesse comune. Momenti nei quali ti accorgi che, se puoi, devi tentare di risvegliare la coscienza collettiva verso un obiettivo di interesse generale.

Ecco perché ho deciso di parlare di Sanità in Ogliastra. In maniera non convenzionale. Perché, se lo avessi fatto con i canoni ordinari della comunicazione, l’attenzione sarebbe stata pari a zero. Oggi fa effetto l’eclatanza, devi colpire forte, in caso contrario prevale l’ininfluenza. Anni di professione me lo hanno insegnato. Ecco il perché di manifesti con frasi ad effetto, che non potevano passare inosservate e che, di fatto, hanno sollevato un polverone.

Da un lato solo polemiche. Nessuna sorpresa. Ero certo che la ASL non sarebbe riuscita ad andare oltre la classica minaccia di denuncia. Del resto, tale è il livello del management. Da un altro lato mi aspettavo la mistificazione, il tentativo subdolo di ribaltare le mie parole come fossero un j’accuse diretto al personale medico e sanitario, al quale riservo tutta la mia empatia e solidarietà, essendo essi stessi vittime del sistema. Ma mi aspettavo anche una piccola reazione, e questa sta cominciando ad emergere: da qualche giorno la discussione sulla sanità prende piede e cominciano ad affiorare voci, discussioni.

Qualche sindaco sonnolento inizia lentamente a risvegliarsi, magari destato dall’imminente campagna elettorale, ma va ugualmente bene. Anche partiti ormai in via d’estinzione fanno timidamente capolino.

Benissimo, ben venga tutto ciò. Ma non basta. Non ci si può fermare ad un sterile riconoscimento dello stato di fatto, della inefficienza del sistema sanitario territoriale, senza cercare e proporre a possibili soluzioni. Per individuare e cominciare a percorrere una strada nuova, è inevitabile abbandonare la vecchia. E in questo caso è necessario smantellare il vecchio sistema.

Questo ospedale – ribadisco – così come è strutturato, non serve ai cittadini ogliastrini.  Sono reparti inutili, non serve un presidio classico, ci vuole una soluzione moderna evoluta che soddisfi l’esigenza primaria: il soccorso di primo intervento ed il collegamento con le strutture regionali specializzate.

Non so se sia già arrivato il momento della proposta, perché prima di essa deve emergere la consapevolezza che il sistema attuale non funziona. Ecco perché continuerò a porre domande agli attuali “gestori” della sanità ogliastrina, attraverso questo blog ed attraverso altri mezzi convenzionali e non. Nella speranza che i cittadini ogliastrini, in un sussulto d’orgoglio, caccino dal tempio gli abusivi e si riapproprino del proprio destino.

Consapevole che, affinché ciò accada, prima di tutto vada dispersa quella cappa di narcotico torpore che avvolge l’Ogliastra.

Ecco perché è imprescindibile demolire. Solo allora i nostri cittadini avranno la facoltà di ricostruire.

R.S.